Preparate la via, che è il Signore

Le due figure che ci accompagnano nel tempo di Avvento, incontro al santo Natale, sono Giovanni Battista e Maria. Il primo, con l’austero profilo del profeta che invita alla conversione; la seconda, nell’intimità dell’attesa del parto, con la premurosa custodia di Giuseppe. In tempi diversi, Giovanni e Maria attendono: uno sul fiume Giordano, ormai in età adulta, in prossimità dell’inizio di vita pubblica di Gesù; l’altra, agli albori della vita umana del Figlio di Dio in mezzo a noi.

A Natale saremo attratti dalla scena amorosa del presepe, pur nell’angusta cornice di una mangiatoia, segno dell’umiltà scelta dal Signore e della sua marginalità condivisa con i più poveri. Ma il richiamo che ci raggiunge adesso, nel tempo della preparazione, punta lo sguardo sul cugino Giovanni, il battezzatore, anch’egli ai margini, nel deserto, ove accorrono incuriositi ogni genere di personaggi, non tutti in buona fede. Il suo appello, forte e chiaro, è rivolto a tutti: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli si è avvicinato».

Sembra prevalere il tono della minaccia – «la scure è già pronta alla radice degli alberi» – ma ciò serve solo a spingere fuori da se stessi, dall’egoismo che esclude. Giovanni non giudica, punta il dito il un’altra direzione: «Io vi immergo in acqua affinché possiate ravvedervi, ma colui che viene dietro a me è più forte di me […] sarà lui a immergervi in Spirito Santo e fuoco». Adesso è ora di cambiare strada, per trovare la Via, che è Gesù: a noi tocca lasciarci guidare da Lui, per camminare insieme agli altri, col passo lento dei più deboli, di coloro che sono stanchi e affaticati. Egli ci immergerà nel suo amore che illumina, riscalda e purifica: Spirito Santo e fuoco.

Prepararsi al Natale, dunque, significa spostare lo sguardo, passare dall’io al tu del Signore, per accostare i più fragili tra noi. Se il richiamo risuona impegnativo vuol dire che la voce del profeta Giovanni ci ha raggiunto. È la grazia della sveglia, che interrompe il sonno, apre gli occhi al nuovo giorno che inizia, e invita ad alzarsi. Il tempo che ci è donato è prezioso, nonostante la fatica che comporta. Siamo pieni di paure, a volte manca il respiro, le forze talvolta vengono meno, e ci pare di non farcela.

Questo tempo è favorevole. Il bisogno d’amore grida dentro al cuore, e un Altro si fa incontro, la Parola che viene attraverso la voce, il Figlio annunciato da Giovanni, il più forte vestito di debolezza, spoglio di potere e grandezza: il Signore Gesù. Prepariamoci al suo abbraccio colmo di tenerezza, disposti a lasciarci liberare dai lacci soffocanti dell’egoismo: c’è speranza di salvezza per tutti. Conosciamo già la grazia che molte volte ci ha risollevati, ad essa occorre affidarsi di nuovo, senza timore.

don Maurizio

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