
P. Agostino da Montefeltro (al secolo Luigi Vicini) nacque a Sant’Agata Feltria il 1° marzo 1839 da Giovanni Battista Vicini e da Orsola Mariani. Entrato a 18 anni nel seminario di Pennabilli, fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1861, alla giovanissima età di 22 anni ed inviato nella parrocchia del suo paese natale. Nel 1864 accettò il posto d’insegnante alle Balze, località montuosa poco distante da Sant’Agata, ma in un’altra diocesi, cosa che dispiacque non poco al vescovo Mariotti, il quale temeva di perdere per sempre il giovane e promettente sacerdote. Il soggiorno alle Balze si protrasse per due anni, fino al 1866, dopo di che fece ritorno a Sant’Agata come cappellano nella collegiata.
La mancanza di legami e di relazioni con il suo territorio che faceva parte dello Stato della Chiesa ed il bisogno di uscire dalle continue tensioni anche politiche dovute al suo patriottismo, causarono una crisi spirituale che lo spinse a cercare un rapporto affettivo in una giovane con la quale addirittura realizzò una fuga in Svizzera nel novembre 1868.
La preghiera di tante anime buone, le accorate lettere di una santa monaca del monastero di santa Chiara di Rimini, suor Francesca Zanotti, che per il suo ravvedimento aveva offerto la vita, non che la prudenza del suo vescovo Luigi Mariotti, disposto paternamente a recuperare il giovane sacerdote, ma soprattutto l’indole del suo carattere fondamentalmente onesto e buono, gli valsero il dono del ravvedimento, che si concretizzò con il ritorno a casa dopo un mese.
Il canonico Vicini, dunque, entrò nel convento della Verna per un periodo di riflessione dove nel clima di preghiera e penitenza seppe accogliere il nuovo dono di grazia che lo rigenerava nel profondo indirizzandolo alla scelta di vita francescana. Il 6 settembre 1871 Luigi Vicini lasciò definitivamente Sant’Agata Feltria per trasferirsi nel Collegio Missionario dell’Incontro nei pressi di Firenze. Qui, essendo sempre sacerdote, comincia la sua precoce attività apostolica nelle zone limitrofe. La Provvidenza gli preparava così un nuovo cammino di maturazione spirituale che proseguì presso il convento di Monte Calvario a Pistoia dove era entrato l’8 settembre 1874 per intraprendere il Noviziato con il nome di Agostino da Montefeltro. Qui pronunziò i voti della Professione semplice, il 12 giugno 1875, dopo la quale riprende l’attività di predicatore. La professione solenne avvenne il 10 ottobre 1882 ad Assisi nella Cappella della Porziuncola.
Nel 1877 viene trasferito al convento di Nicosia presso Calci ed ha inizio, dunque, la sua vita “pisana”. A questo punto della vita, p. Agostino è un predicatore già conosciuto e anzi è destinato ad avere un successo sempre maggiore e unanimemente riconosciuto che lo porterà a compiere le predicazioni nelle principali città italiane; quella di Roma del 1889 resterà memorabile. Si trova anche in grande considerazione di Papa Leone XIII per la stesura dell’Enciclica Rerum Novarum e per la politica di riavvicinamento tra Stato Italiano e Chiesa.


La prima espressione concreta della sua vocazione alla carità fu nel 1879 a Viareggio dove si trovava per curare la sua precaria salute: gli venne presentato il caso drammatico di una vedova che viveva con i suoi tre figli in uno stato di estrema povertà. Padre Agostino provvide immediatamente a far avere alla disgraziata famiglia cibo e vestiario e si adoperò per una sistemazione dignitosa. Mentre fece portare la madre all’ospedale, fece accogliere il figlio nell’istituto di p. Ludovico da Casoria e la maggiore delle bambine presso le Suore Giuseppine, a Firenze; trovò una sistemazione anche per la più piccola che purtroppo morì di difterite prima del ricovero. Purtroppo anche la madre morì poco tempo dopo seguita ben presto dalla figlia maggiore, che fu assistita fino all’ultimo dallo stesso p. Agostino.
L’episodio di Viareggio, però, fu illuminante per far capire a p. Agostino quale era la direzione che il Signore gli indicava e cominciò ad aiutare bambine orfane e bisognose. La prima bambina fu Adalgisa Peloni ad Arezzo nel 1881, affidata inizialmente alla baronessa Giulia Albergotti Siri. Alla bimba Peloni che in seguito vorrà chiamarsi Agostina, seguirono altre orfanelle; nelle città dove p. Agostino predicava le accoglieva e le affidava alle famiglie che per devozione a lui si rendevano disponibili e destinava a queste orfane le elemosine delle Messe, le offerte raccolte e i regali ricevuti durante le sue predicazioni.
Durante i quaresimali di Bologna, Pisa e Firenze le bambine orfane da sistemare aumentarono. Si rivolse anche alle “Suore della carità” di S. Vincenzo che nel 1886 a Pisa accoglievano quindi 18 bambine presso l’asilo in via S. Cecilia. P. Agostino, consapevole degli ostacoli incontrati, coltivò il progetto di fondare egli stesso un orfanotrofio femminile. Durante il Quaresimale del 1887 nel Duomo di Firenze un comitato di signore organizzò con questo scopo una grande fiera di beneficenza nel palazzo Gondi che fruttò la ragguardevole cifra di 15.000 lire. Anche il Papa, Leone XIII, inviò un cameo da mettere in palio dando, con questo gesto, una notevole eco all’avvenimento e all’iniziativa di p. Agostino. Il 1 agosto 1887 con il capitale raccolto alla fiera di Firenze e con altri aiuti, p. Agostino poté quindi acquistare a Pisa in via S. Bernardo, sotto la parrocchia di S. Sepolcro, le case dove aprì il primo orfanotrofio con l’approvazione del Ministro Generale, p. Bernardino da Portogruaro.

La fama e la bontà dell’istituto fondato da p. Agostino e delle scuole al suo interno si spandeva rapidamente in tutta Italia e così le richieste di accoglienza si moltiplicavano. Il re d’Italia, Umberto I, e il sen. Alessandro Rossi, il più grande industriale tessile italiano dell’epoca, erano i sostenitori più importanti insieme a tanti altri donatori delle città che venivano toccate dalle predicazioni di P. Agostino. La capacità di accoglienza superò ben presto le previsioni; per questo nel 1892 p. Agostino intraprese a Marina di Pisa la costruzione di un grande edificio dove fondare il secondo e più capiente orfanotrofio. Sempre a Marina, nel 1897 fece costruire l’attuale chiesa di S. Maria Assunta. Da tutto questo sorse la necessità di avere un aiuto, per cui p. Agostino nel 1893 fondò la Congregazione delle suore “Figlie di Nazareth” (https://www.figliedinazaret.it). Queste suore assicuravano un aspetto molto importante: il suo stesso spirito di vita religiosa e pedagogico. Queste infatti potevano assorbire per intero il suo fine apostolico e lo stile francescano dello spirito di carità e umiltà.
Nel gennaio del 1897 p. Agostino rivolge la sua carità verso i senza tetto e inaugura a Pisa, sempre in via S. Bernardo, un asilo notturno capace di accogliere 18 uomini e 10 donne di qualsiasi credo religioso, ma con il massimo rispetto reciproco. La sua carità, nonostante le difficoltà giornaliere di mantenere più di 200 bambine con una trentina di suore e alcuni famigli, non rimase sorda nei terribili anni della grande guerra aiutando alcuni figli dei soldati al fronte o accogliendo più di 70 orfane provenienti da istituti di Venezia e Vicenza dopo la disfatta di Caporetto; era ancora vicino ad altre bambine rimaste orfane per i terremoti della Calabria nel 1905, di Messina nel 1908, di Avezzano del 1915, del Mugello nel 1919 e della Lunigiana nel 1920.

La vita a Marina di Pisa negli ultimi anni trascorse nel lavoro e nella preghiera, ma la conduzione dei due orfanotrofi che lo obbligava quasi giornalmente a fare la spola fra Marina di Pisa e la città, il ritorno della malattia, un enfisema polmonare, la fatica spesa in tutta la vita per la predicazione e la tarda età indebolirono il suo vigore. Gli ultimi momenti li trascorse afflitto dalle difficoltà della malattia, ma nonostante questo non smise di preparare le riflessioni per le “sue” bambine e senza mai lamentarsi riusciva a trasmettere un senso di grande serenità e pace. Ricevette la visita del Cardinale Pietro Maffi, il Papa Benedetto XV e il Re Vittorio Emanuele III telefonavano spesso per avere notizie della sua condizione, come parimenti lo stesso Ministro Generale ofm, p. Serafino Cimino; fu confortato anche dall’affetto e dalla stima di altri suoi numerosi illustri conoscenti come di tanta gente comune. Solo l’ultima notte il male ebbe il sopravvento e si capì che la fine era vicina. Il martedì 5 aprile del 1921 spirò e raccontano le Suore presenti che negli ultimi istanti p. Agostino si affidò alla Madonna rivolgendosi a Lei con le parole “Tota pulchra, tota pulchra”.
La sua salma fu sepolta nella chiesa di S. Maria Assunta a Marina di Pisa. L’8 novembre 2019 Mons. Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa, ha solennemente aperto la Causa di Beatificazione del Servo di Dio, p. Agostino da Montefeltro ofm.
Continuano le ricerche storiche e chi fosse a conoscenza di fatti o in possesso di documenti utili alla Causa è pregato di mettersi in contatto con la Postulatrice, Sr. Judit Puthenparambil all’indirizzo: maryjuditantony@gmail.com.

