Il brano evangelico di questa domenica ci offre l’occasione per riflettere su due punti nodali, che hanno un particolare valore anche per il progetto di Casa Ilaria. Il primo punto riguarda la nostra disposizione fondamentale nei confronti del Signore. «Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. […] Sedette e insegnava alle folle dalla barca». Anche noi ci accostiamo a Gesù, per ascoltare la parola di Dio, siamo certamente ben disposti, pronti ad accogliere i suoi insegnamenti e a metterli in pratica. Ma questo non basta. Potremmo anche prendere distanza da ciò che interessa davvero il Signore, nel dialogo con noi, ovvero attivare la disponibilità fondamentale al servizio, al dono generoso di noi stessi, del nostro tempo e delle nostre migliori energie. Probabilmente si tratta di una disposizione che viene da lontano, uno ce l’ha o non ce l’ha. Infatti, molti tra noi sono brave persone, che lavorano onestamente, pensano alla propria famiglia, sono sensibili verso gli altri, ma non hanno un reale spazio nel cuore che li spinge al servizio. Magari attendono un invito, se li chiami si fanno presenti, ma questa è un’altra cosa da offrirsi senza fare troppi calcoli. Tante persone ascoltavano Gesù con piacere, erano dalla sua parte, lo apprezzavano, ma diventare suoi discepoli e seguirlo con generosità era un’altra cosa. Questo deve farci pensare.
Il secondo punto riguarda la collaborazione, lavorare insieme, condividere. Dopo che Gesù ha invitato i pescatori a gettare di nuovo le reti, essi «presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare». I pescatori chiedono aiuto, non fanno tutto da soli. Questo è un fatto importante. A noi, invece, capita molto spesso di fare cose buone, generose, di cuore, ma senza gli altri, senza la gioia di condividere, magari lieti di aver realizzato qualcosa di bello, ma da soli. Oggi, è in voga la parola “sinodalità”, che vuol dire proprio camminare insieme agli altri.
Credo allora valga la pena di interrogarci su queste due cose che il vangelo ci propone: ho dentro al cuore e nei miei pensieri la sincera disponibilità al servizio? Oppure attendo sempre che qualcuno me lo chieda, perché prima di tutto viene la mia ristretta cerchia di buoni e legittimi interessi? Mi dispongo a lavorare insieme agli altri, invece di fare tutto da solo o da sola?
La parola del vangelo, mentre da una parte ci interpella, proponendoci un onesto esame di coscienza, dall’altra ci conforta e ci sollecita: il servizio è la libera accoglienza di un dono da condividere; la collaborazione con gli altri è un’esigenza irrinunciabile cui prestarci senza riserve.
don Maurizio