«Io sono con voi tutti i giorni»

Con l’Ascensione al cielo del Signore finisce una storia singolare e ne comincia un’altra, universale. Con poche parole, l’evangelista Matteo racconta il congedo del Maestro, tra amici prostrati in adorazione e altri dubbiosi. Modi diversi di vivere l’ultimo incontro, al termine di una storia d’amore sconvolgente, di cui poco hanno capito, pur essendosi molto fidati.

Il distacco tra vivi è ancor più misterioso di quello che produce la morte. Non sembra avere un senso, si potrebbe restare ancora insieme. Invece, Gesù, che tanto ha tenuto a portare con sé i discepoli, quasi strappandoli alle loro vite, adesso pare abbandonarli: ha un’altra meta, torna al Padre, da dove è venuto, di là verrà lo Spirito.

È più che lecito chiedersi che senso ha avuto questa avventura straordinaria, umanamente incomprensibile, fatta di speranze e di paure, di affidamento e di smarrimento, di coraggio e di dubbi. Gesù trova il modo per fare un passo in avanti: punta lo sguardo in alto, verso il Padre, e in avanti, incontro al mondo. Con lui, i discepoli hanno imparato a spostarsi da se stessi, a muoversi dietro al Maestro, ad andare verso gli altri. Ora tocca a loro proseguire: «Mettetevi in cammino e di tutte le genti fate discepoli».

Da soli non avrebbero avuto la forza di uscire dal cenacolo con le porte chiuse, dal sepolcro delle loro paure, se il Signore non li avesse spinti fuori, liberi dalla desolazione e dal senso di abbandono. Questo è il segno che egli è ancora con loro, in un altro modo.

Prima li ha radunati, adesso li invia, e sembra disperderli, ma è l’unico modo perché la Chiesa possa nascere come fraternità generata nel battesimo, segno dinamico, plurale e fedele della sua presenza nel mondo. Pian piano si farà chiara la missione dei testimoni, non ripiegati sui ricordi, ma immersi nella varietà di popoli, di culture e di lingue, riunite nel nome della santa Trinità.

Il dono di aver incontrato il Signore, per i discepoli adesso diventa compito, missione, testimonianza. Non avrebbero potuto comprenderlo nei giorni della sua vita terrena, quando erano tentati dall’illusione del privilegio, e non sapevano ancora che Gesù era di tutti.  

La sua scomparsa agli occhi terreni, con la sua nuova presenza nel seno della Trinità, segna l’inizio di un’altra storia, non meno misteriosa e complessa di quella precedente, ma della quale finalmente è chiaro il senso: «Io sono con voi tutti i giorni», perché voi siate per gli altri. Così, fino al compimento del tempo.  

don Maurizio

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