Appena concluso il tempo di Natale con il battesimo sul Giordano, la liturgia della Chiesa ci presenta il primo dei segni che Gesù compie in modo piuttosto originale rispetto a tutti gli altri che seguiranno durante la sua vita pubblica. Si completa così l’Epifania del Signore, la sua manifestazione pubblica, che la Chiesa identifica in tre momenti: l’adorazione dei Magi, il Battesimo, le nozze di Cana.
Ad una festa di nozze sono invitati Maria, Gesù e i suoi amici. Probabilmente si tratta di due giovani sposi cari alla famiglia di Nazaret. Da donna attenta ai particolari, Maria si accorge di un fatto importante, che forse nessuno ha ancora lamentato, ma che rischia di creare malcontento nei commensali: manca il vino, la festa potrebbe rovinarsi. Lei sa di sedere accanto ad un figlio speciale, capace di fare qualcosa di buono, magari di trovare un rimedio. Segnala il fatto – «Non hanno vino» – senza con questo pretendere nulla. Gesù risponde quasi scocciato, come se volesse restare fuori dalla questione, poi però trova una soluzione sorprendente, più con i fatti che con le parole. Fa riempire sei anfore d’acqua – quella che serviva agli ebrei per la purificazione rituale – per una totale di più di seicento litri: un’esagerazione. I servi obbediscono prima al suggerimento di Maria e poi all’ordine di Gesù senza batter ciglio. Ecco allora la sorpresa del maestro di tavola, attribuita erroneamente allo sposo: «hai tenuto da parte il vino buono finora».
Strano prodigio, quello di oggi, fatto di nascosto, senza clamore, senza parole che spiegano. Perché l’evangelista lo racconta? Di sicuro il segreto sta nella conclusione del brano: «Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui». Gli amici che Gesù ha portato con sé alla festa non sapevano ancora chi era il Maestro, ma da quel momento cominciarono a capire. Questo c’insegna che il Signore sta sempre accanto a noi con discrezione e delicatezza, compie segni non eclatanti, rivela la sua gloria nell’umiltà, e magari in situazioni inaspettate.
Però, se facciamo più attenzione, c’è un gesto ancor più tenero all’origine di questo primo segno: la premura della Madre di Gesù, che, certa del buon cuore del suo figlio, sussurra ai servi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Tra le pochissime parole di Maria, che i vangeli riferiscono, questa appare decisiva, sta all’inizio e vale sempre: al tempo stesso, esprime fiducia e certezza, affidamento e complicità, intimità e libertà. In questo modo, unico e incomparabile, Maria ci permette di entrare nel cuore di Gesù attraverso il suo. L’acqua servirà anche per purificare, ma è il vino nuovo dell’amore versato nei nostri cuori che anticipa la gioia della festa senza fine nel regno di Dio, fin da ora pregustata nell’Eucaristia.
don Maurizio