Lessico spirituale per Casa Ilaria

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Spreco

«Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto» (Giovanni 6,12). Fa pensare questa raccomandazione di Gesù sull’eccedenza di dodici canestri di pani d’orzo, dopo che sono stati sfamati cinquemila uomini. Anzi tutto al fatto che il dono sorprendente è stato smisurato: perché il Maestro non ha calcolato il bisogno effettivo dei presenti, ad esempio come faceva il Dio d’Israele con la manna nel deserto? A prima vista, lo sprecone sembra essere lui, il moltiplicatore eccessivo di cinque pani e due pesci. Subito dopo però ecco il monito: nulla deve andar perduto. Dunque, quando Dio sovrabbonda – il pane per tutti – noi non possiamo sprecare, perché nessuno abbia fame. Scriveva san Basilio Magno: «All’affamato spetta il pane che si spreca nella tua casa. Allo scalzo spettano le scarpe che ammuffiscono sotto il tuo letto. Al nudo spettano le vesti che sono nel tuo armadio. Al misero spetta il denaro che si svaluta nelle tue casseforti. Commetti tante ingiustizie quante sono le persone a cui potresti dare tutto ciò».

Al di là dell’insegnamento evangelico, merita riflettere sullo spreco, che ha da fare con l’abbondanza, e non riguarda solo il cibo, ma ogni risorsa a nostra disposizione, di cui siamo responsabili. Esistono beni esclusivi – quelli materiali, come la ricchezza, il potere, il successo – il cui possesso esclude o riduce quello altrui: più ne ho io, meno ne hai tu. Poi ci sono beni non esclusivi, a disposizione illimitata, come la buona salute e le abilità fisiche, la cultura, le relazioni umane positive. Nella misura in cui saremo in grado di ridurre il desiderio e il possesso dei beni esclusivi, potrà innescarsi una positiva decrescita, senza venir meno la legittima e universale aspirazione ai beni essenziali. Si tratta dunque di riorientare i desideri in base agli effettivi bisogni, piuttosto che puntare ad una corsa in cui ciascuno pensa solo a sé stesso.

In realtà, lo spreco ha la sua radice nell’egoismo, che rende infelici sé stessi e gli altri, come osservava Oscar Wilde: «Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare… nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità». Oltre a non apprezzare ciò che ha, chi spreca le cose è spesso insoddisfatto e non smette di lamentarsi, con il triste effetto, alla fine, di Sprecare la vita, come scriveva Charles Bukowski:

«Lamentele infime e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque (me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede.
E così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell’angolo
e sorride».

don Maurizio

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