Lo Spirito prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà

Nella solennità della Santissima Trinità, il vangelo ci invita a riflettere su alcune importanti parole di Gesù: «Molte cose ho ancora da dirvi». Il Maestro è stato con i suoi discepoli per un tempo breve, in cui non tutto si è fatto e si è detto insieme. Viene l’ora del distacco, o meglio di una nuova presenza. Occorrerà ricordare, non solo con nostalgia per ciò che manca e sembra perduto, ma soprattutto per la necessità di raccontare ad altri la straordinaria avventura d’amore vissuta con Lui. Non dovrà essere una memoria ripiegata su se stessi, ma annuncio gioioso del dono ricevuto, da condividere con tutti.

Come ha fatto spesso, spostando l’attenzione da sé al Padre, adesso Gesù indirizza lo sguardo e il pensiero dei suoi amici verso lo Spirito santo che verrà: «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità». Per rendersi conto di ciò che hanno vissuto col Signore, ai discepoli non basteranno i ricordi: ci sono altre cose da scoprire, e lo potranno fare insieme, tra loro e con altri, grazie allo Spirito, che viene dal Padre e dal Figlio tornato nel suo seno.

Nasce così la fede nella Santa Trinità, senza difficili speculazioni intellettuali. Da quella che poteva sembrare una perdita, nasce un incremento di compagnia: il Figlio scompare, perché va dal Padre suo, e insieme mandano lo Spirito. In questo modo, Gesù sarà più presente tra noi dopo la sua Pasqua di prima. La fiducia in Lui allarga l’orizzonte della memoria e dischiude lo sguardo verso un futuro pieno di speranza. Passato e futuro s’intrecciano, il rapporto tra Maestro e discepoli fa spazio a tutti coloro che non hanno avuto la grazia di stare con lui, che avranno bisogno di sapere, di conoscere la loro storia. Perciò, lo Spirito «dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future».

Il racconto di quell’esperienza originaria, attraverso la testimonianza degli apostoli, giunge fino a noi, e ci affida il compito di custodire, di trasmettere e di comprendere qualcosa di nuovo. Le parole di Gesù le prende lo Spirito e le dice al cuore: non sono regole da osservare, ma sussurri che fanno palpitare, intuizioni che suscitano la fantasia dell’amore, stimoli ad avere il coraggio di rischiare nuove strade.

Dio non si chiude di nuovo in un cielo muto e inaccessibile: ormai la nostra carne abita nel seno della Trinità, e tra noi Egli vive come comunione di persone. Non Uno (il Padre) più Uno (il Figlio) più Uno (lo Spirito), ma piuttosto Uno per Uno per Uno, uguale un solo Dio in tre persone che vivono d’amore per noi, per tutti. La Santa Trinità non ha bisogno di essere capita: Gesù ci ha insegnato ad amare, non a discutere; da Lui impariamo a servire, non a giudicare. Con lo Spirito, avremo la forza di consolare, mai di intristire. Dal Padre riceviamo ogni dono da condividere, non certo il potere per dominare. 

 

don Maurizio

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