Raccolta delle Appendici

8 gennaio 2023: Battesimo del Signore

«Mentre il silenzio fasciava la terra
e la notte era a metà del suo corso,
tu sei disceso, o Verbo di Dio,
in solitudine e più alto silenzio.

La creazione ti grida in silenzio,
la profezia da sempre ti annuncia,
ma il mistero ha ora una voce,
al tuo vagito il silenzio e più fondo.

E pure noi facciamo silenzio,
più che parole il silenzio lo canti,
il cuore ascolti quest’unico Verbo
che ora parla con voce di uomo.

A te, Gesù, meraviglia del mondo,
Dio che vivi nel cuore dell’uomo,
Dio nascosto in carne mortale,
a te l’amore che canta in silenzio».

«I nuovi tempi sono già iniziati,
i tempi nuovi che il mondo attendeva
fin dall’origine, gli ultimi tempi:
e fu la voce dal cielo a bandirli.

“Questi è il mio Figlio, l’amato da sempre,
nel quale ho posto la mia compiacenza”:
così è spuntata l’aurora del mondo
e fu l’inizio di nuova creazione.

Ma tu sei venuto a battezzarci
in Spirito santo e fuoco:
non vale l’acqua soltanto
ma l’acqua e il sangue
che sgorga dal tuo costato, Signore:
così sia il nostro battesimo
affinché i cieli si aprano anche su di noi.
Amen».

David Maria Turoldo

25 dicembre 2022 – Natale del Signore

Noi, pastori

«Rapida come un fulmine
scende la gioia del Divin
Bambino.
Scende a rallegrare le stelle
e noi erranti pastori
sulla Terra.
Di nuovo scende, nonostante
così come insiste
sulla fronte
di un bimbo malato –
il mondo –
la carezza di una madre.
Non abbiamo nulla nelle mani
se non la nostra ostentata ricchezza
l’idea falsa di libertà.
È la notte di Natale.
È la notte della povertà.
Un albero disadorno,
un antico presepe
attendono da secoli
il nostro sguardo.
O piccolo Gesù
ridacci quell’innocenza,
quello spirito caritatevole
che nessun’altra ragione,
nessun altro albero ricolmo
sanno offrire
a noi sperduti viandanti».

Alda Merini

8 dicembre 2022 – Immacolata Concezione

«Come possiamo cantarti, o Madre,
senza turbare la tua santità
senza offendere il tuo silenzio?

Non abbiamo altra speranza,
non abbiamo fiducia nelle nostre preghiere,
ma tu hai trovato grazia presso Dio.

Sei la nostra natura innocente,
la nostra voce avanti la colpa,
il solo tempio degno di Lui.

Per questo è venuto sulla terra,
uomo in tutto simile a noi;
ora lo stesso Dio non fa più paura.

Noi vogliamo che sia tu a pregare,
noi canteremo il tuo stesso canto:
e si faccia di noi secondo la sua parola.

Così la Chiesa sarà come te il segno certo,
ed Egli continuerà ad essere la nostra carne:
pure noi faremo solo quanto Egli dirà.

Così abbiamo speranza anche noi nel prodigio;
l’acqua delle nostre lacrime si muti in vino,
e il vino, nell’atto di amore, si muti in sangue.

Così ritorni la gioia nei nostri conviti
e Lui viva in ognuno di noi,
principio e fine dell’armonia del mondo.

Principio della nostra salvezza,
fine della nostra solitudine:
e tu sempre Madre dell’uomo nuovo.

Tu ultima possibilità di questa nostra creazione,
tu la terra santa che la rigenera ancora,
tu la custodia vivente della Parola. 

Io dico a Lei:

Maria, nel tuo seno
si sbriciola quel muro,
che ci negava Dio.

Per sua giustizia, è vero,
ma Lui teneva in serbo
la carta della vita.

Si riservava il tempo
ed occorreva un seno
adatto per il Verbo.

Ad impedir la macchia
ha già pensato Lui:
terrà lontan l’inferno.

A costruire il tempio,
che deve accoglier Dio,
tu penserai, Maria.

– Io non conosco uomo! –
Lo dici con timore
d’ostacolare Dio.

Invece è proprio quello,
che vuol da te il Signore.
L’attira il tuo candore!

Scendendo il Verbo in te
s’infrange la sentenza
della condanna eterna.

In te bellezza somma.
In te la Grazia piena.
In te il totale amore.

Sei talamo divino.
Sei sposa senza ruga.
Sei santo Tabernacolo.

Gesù ha fuso il palpito
con quello del tuo cuore.
Ti chiama “Mamma mia”.

E quando torna in Cielo,
sei firma e testamento
di nostra appartenenza».

(David Maria Turoldo)

20 novembre 2022 – Cristo Re dell’universo

«In un solo istante, su quel disgustoso cadavere, la Grazia ha approfittato di tutte le deficienze della virtù.

L’assassino, l’impudico, il ladro, il forzato, il bandito professionale è diventato un santo…

È bastato quell’impercettibile spostamento, quella lieve fessura nell’ermetico recipiente del nostro egoismo. È bastato uno sguardo tra le sue palpebre sanguinanti per scatenare nell’invitato di destra quel cataclisma penitenziale, quella risurrezione mista all’agonia, quell’irresistibile esplosione dell’Eternità»

(Miguel de Unamuno, Il Cristo di Velazquez, 1913).

6 gennaio 2022 – Epifania del Signore

La nascita di Gesù

«Se in te semplicità non fosse, come
t’accadrebbe il miracolo
di questa notte lucente? Quel Dio,
vedi, che sopra i popoli tuonava
si fa mansueto e viene al mondo in te.
Più grande forse lo avevi pensato?
Se mediti grandezza: ogni misura umana
dritto attraversa ed annienta
l’inflessibile fato di lui.
Simili vie neppure le stelle hanno.
Son grandi, vedi, questi re;
e tesori, i più grandi agli occhi loro,
al tuo grembo dinanzi essi trascinano.
Tu meravigli forse a tanto dono:
ma fra le pieghe del tuo panno guarda,
come ogni cosa Egli sorpassi già.
tutta l’ambra imbarcata dalle terre più remote,
i gioielli aurei, gli aromi
che penetrano i sensi conturbanti:
tutto questo non era che fuggevole
revità: d’essi, poi, ci si ravvede;
ma è gioia – vedrai – ciò che Egli dà».

Rainer Maria Rilke

19 dicembre 2021 – IV Domenica di Avvento

Visitazione

L’inizio ancor lieve era per lei
ma salendo, già a volte l’incanto
del suo corpo intuiva. Poi
nei monti alti di Giuda, anelando,

sostò; non terra intorno dilata,
ma soltanto la propria pienezza;
e andando intuì: questa grandezza
che in sé ora prova, sta insuperata.

Le urgeva porre le mani sue
sopra un corpo che già oltre era
e vesti e capelli di ambedue
confluirono in onda leggera.

Ognuna, del proprio tempio santo
ricolma, ebbe a scudo la vicina.
Ah in lei il Salvatore era soltanto
fiore eppure sobbalzò esultando
il Battista in grembo alla madrina.

Rainer Maria Rilke

15 agosto 2021 – Assunzione della Beata Vergine Maria

Se tu sei la mia mano,
il mio dito,
la mia voce,
se Tu sei il vento
che mi scompiglia i capelli,
se Tu sei la mia adolescenza
io ho il diritto di servirti
e il dovere,
perché l’adolescenza
non ha mai chiesto nulla
alle sue stagioni.
Tu mi hai presa
perché io non ero una donna
ma solo una bambina
e le bambine si accolgono
e si avvolgono di mistero.
Tu mi hai resa donna, Signore,
e la donna è soltanto
un pugno di dolore.
Ma questo pugno
Io non lo batterò
Verso il mio petto,
lo allargherò verso di te
come una mano
che chiede misericordia.
Tu sei la mia mano, Signore,
tu sei la vita,
e quando una donna partorisce un figlio
la disgrazia e l’amore
abitano in lei
come il dubbio della sua esistenza.
Tu mi hai redenta nella mia carne
E sarò eternamente giovane
E sarò eternamente madre.
E poiché mi hai redenta
posi vicino a Te
la pietra della tua resurrezione.

Alda Merini

1 agosto 2021 – XVIII Domenica del Tempo Ordinario

E non chiedere nulla

Ora invece la terra
si fa sempre più orrenda:

il tempo è malato
i fanciulli non giocano più
le ragazze non hanno
più occhi
che splendono a sera.

E anche gli amori
non si cantano più,
le speranze non hanno più voce,
i morti doppiamente morti
al freddo di queste liturgie:

ognuno torna alla sua casa
sempre più solo.

Tempo è di tornare poveri
per ritrovare il sapore del pane,
per reggere alla luce del sole
per varcare sereni la notte
e cantare la sete della cerva.
E la gente, l’umile gente
abbia ancora chi l’ascolta,
e trovino udienza le preghiere.

E non chiedere nulla.

David Maria Turoldo

13 giugno 2021 – XI Domenica del Tempo Ordinario

«Io sono convinto che in fatto di opere di carità non bisogna mai preoccuparsi delle risorse finanziarie, arrivano sempre. Alcuni nostri colleghi sono stati incaricati dal tribunale civile di far visita ai fanciulli detenuti. Questi piccoli sfortunati […] è impossibile correggerli. Non importa, si semina sempre, lasciando a Dio la cura di far germogliare il seme a suo tempo» .

(Frédéric Ozanam: Parigi, 23 luglio 1836).

30 maggio 2021 – Santissima Trinità

«Sai come spiego il mistero di un solo Dio in tre Persone? Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c’è una Persona che si aggiunge all’altra e poi all’altra ancora. In Dio ogni Persona vive per l’altra.

E sai come concludo? Dicendo che questo è una specie di marchio di famiglia. Una forma di ‘carattere ereditario’ così dominante in ‘casa Trinità’ che, anche quando è sceso sulla terra, il Figlio si è manifestato come l’uomo per gli altri».

Don Tonino Bello

23 maggio 2021 – Domenica di Pentecoste

«E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l’oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall’incubo delle passioni
cercare l’Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un’immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza».

(Franco Battiato, 1988)

9 maggio 2021 – VI Domenica di Pasqua

«È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell’esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale».

(Simone Weil, Attesa di Dio)

«Ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene».

(Commento alla Prima lettera di Giovanni 7,7-8)

25 aprile 2021 – IV Domenica di Pasqua

Ciò che ti offro (Jorge Luis Borges)

Ti offro strade difficili, tramonti disperati,
la luna di squallide periferie.
Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.

Ti offro i miei antenati, i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires,
due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca;
il nonno di mia madre – appena ventiquattrenne –
a capo di un cambio di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.

Ti offro qualsiasi intuizione sia
nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche modo –
il centro del cuore che non tratta con le parole,
né coi sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.

Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te.

Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore;
cerco di corromperti con l’incertezza,
il pericolo, la sconfitta.

18 aprile 2021 – III Domenica di Pasqua

Dalla Prima Apologia e favore dei cristiani di san Giustino, martire (Cap. 66-67; PG 6, 427-431)

«Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell’universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo. E nel giorno, detto del Sole, si fa l’adunanza.

Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle. Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi.

Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi».

11 aprile 2021 – Domenica della Divina Misericordia

«Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore».

5 aprile 2021 – Lunedì dell’Angelo (da Casa Ilaria)

«Dal sepolcro la vita è deflagrata.
La morte ha perduto il duro agone.
Comincia un’era nuova: l’uomo riconciliato nella nuova
alleanza sancita dal tuo sangue
ha dinanzi a sé la via.
Difficile tenersi in quel cammino.
La porta del tuo regno è stretta.
Ora sì, o Redentore, che abbiamo bisogno del tuo aiuto,
ora sì che invochiamo il tuo soccorso,
tu, guida e presidio, non ce lo negare.
L’offesa del mondo è stata immane.
Infinitamente più grande è stato il tuo amore.
Noi con amore ti chiediamo amore.
Amen».

(Mario Luzi, Via Crucis al Colosseo, 1999)

4 aprile 2021 – Domenica di Pasqua

«Ci sono due tipi di mente… quella matematica, e quella che viene chiamata l’intuitiva. La prima arriva alle sue vedute lentamente, ma sono ferme e rigide; la seconda è dotata di grande flessibilità e applica se stessa simultaneamente alle diverse parti apprezzabili di ciò che essa ama»

Blaise Pascal

«La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono».

Albert Einstein

«Mia madre invece aveva un vecchio grembiule
per la festa e il lavoro,
a lui si consolava vivendo.
In quel grembiule noi trovammo ristoro
fu dato agli straccivendoli
dopo la morte, ma un barbone
riconoscendone la maternità
ne fece un molle cuscino
per le sue esequie vive».

Alda Merini

BiblioUniTS | 8: Omelie su Ezechiele

28 marzo 2021 – Domenica delle Palme

«Farò un esempio tratto dalla nostra vita, poi se lo Spirito Santo me lo concederà, passerò a parlare di Gesù Cristo e di Dio Padre. Quando mi rivolgo a uno e lo supplico d’un favore, che abbia compassione di me, se è privo di pietà non lo tocca nessuna delle parole che gli dico; se invece è di animo sensibile e non ha alcuna durezza di cuore, mi presta ascolto, prova compassione per me e si dispiega dinanzi alle mie preghiere un’interiore tenerezza. Riguardo al Salvatore, fai conto che accada la stessa cosa. Egli è disceso sulla terra mosso a pietà del genere umano, ha sofferto i nostri dolori prima ancora di patire la croce e degnarsi di assumere la nostra carne; se egli non avesse patito, non sarebbe venuto a trovarsi nella condizione della nostra vita di uomini. Prima ha patito, poi è disceso e si è mostrato. Qual è questa passione che per noi ha sofferto? È la passione dell’amore. Persino il Padre, il Dio dell’universo, “pietoso e clemente” e di gran benignità, non soffre anche lui in certo qual modo? Non sai che quando governa le cose umane, condivide le sofferenze degli uomini? Infatti “il Signore tuo Dio ha sopportato i tuoi costumi, come un uomo sopporta quelli di suo figlio” (Dt 1,31). Quindi Dio prende i nostri costumi, come il Figlio di Dio porta le nostre sofferenze. Nemmeno il Padre è impassibile. Se lo preghiamo, prova pietà e misericordia, soffre di amore e s’immedesima nei sentimenti che non potrebbe avere, data la grandezza della sua natura, e per causa nostra sopporta i dolori degli uomini» .

Origene, Omelie su Ezechiele VI, 6, Città Nuova, Roma 1987, 119

21 marzo 2021 – Donare

«Occupati dei guai, dei problemi
del tuo prossimo.
renditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino.
Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui sei privo.
Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso
quando tu hai voglia di piangere.
Produci serenità
dalla tempesta che hai dentro.
“Ecco, quello che non ho te lo dono”.
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia
a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua nella misura
in cui l’avrai regalata agli altri».

Alessandro Manzoni (Regala ciò che non hai)

14 marzo 2021 – Pontedera

7 marzo 2021 – Gratuità

In giorni come questi, spesso
la tetraggine m’assale
e il vivere d’ora in ora
mi tortura. Ma arrivi tu
che sconfiggi la noia
coi tuoi discorsi variopinti.
Anche oggi cercheremo una breccia.
Una parola che ci possa salvare
e che ci tenga in bilico
sul confine ideale tra realtà
e fantasia potrà, anche
se per poco, cangiare l’esistenza.

Eugenio Montale, Diario Postumo

Se tu mi guardi con i tuoi occhi
dai quali mi viene incontro la tenerezza
e se io guardandoti con i miei occhi
ti faccio spazio dentro di me,
in questo incrocio di sguardi
che riassume milioni di attimi e di parole,
in questo scambio silenzioso
che per entrambi è guardare e lasciarsi guardare,
in questo penetrare l’uno nell’altro
nel tempo con benevolenza,
ci è dato tessere la reciprocità di questo amore
e forse la gratuità.

Pablo Neruda, Se tu mi guardi con i tuoi occhi

28 febbraio 2021 – Coraggio

Oscar Wilde

“Io non voglio cancellare il mio passato, perché nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi. Anzi ringrazio chi mi ha fatto scoprire l’amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti voglio bene credendoci e chi invece lo ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre”.

Oscar Wilde

«È difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi».

Gianni Rodari, Lettera ai bambini, da Parole per giocare (1979).

21 febbraio 20121 – Solitudine

«È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità».

Anna Frank, Diario

Da bambino non ero come gli altri,
non vedevo come gli altri vedevano,
né le mie passioni scaturivano
da una fonte comune, e le mie pene
non avevano la stessa sorgente.
Il mio cuore, poi, non si destava
alla gioia in armonia con gli altri.
Io, tutto ciò che amai, l’amai da solo.
Allora, nell’infanzia, nell’aurora
d’una vita tempestosa, trassi
il mistero che ancora m’imprigiona
da ogni abisso del bene e del male,
e dal torrente o dalla sorgente,
dalla roccia rossa della montagna,
dal sole che tutto m’avvolgeva
nel suo autunno colorato d’oro,
dal fulmine del cielo che improvviso
mi sfiorava, scoppiava accanto a me,
dal tuono, dalla furia della pioggia,
e dalla nube che prendeva forma
di un dèmone ai miei occhi,
mentre il resto del cielo era sereno.

Edgar Allan Poe, Solo

14 febbraio 2021 – Purificazione

Risultato immagini per raoul follereau uno scopo alla vita copertina

«All’opera miei giovani amici! Mentre i Grandi preparano il suicidio dell’umanità o si divertono a giocare alle bocce nella stratosfera, la sconvolgente moltitudine dei Poveri si sforza di sopravvivere amandosi. È verso di loro che bisogna andare. È per loro che bisogna combattere. Sono loro che dobbiamo amare. Cercate uno scopo alla vostra vita? Mancano nel mondo tre milioni di medici: diventate medici. Più di un miliardo di esseri umani non sanno né leggere né scrivere: diventate insegnanti. Due uomini su tre non mangiano a sazietà: diventate seminatori e fate sorgere dalle terre incolte raccolti che li sazieranno».

Raoul Follereau – Uno scopo alla vita

Risultato immagini per franco battiato stati di gioia
Tratto dal LP: Il Vuoto

«Le azioni del mondo non influenzano il sole
E i nemici è sicuro sono dentro di noi
Com’è possibile restare ciechi per così lungo tempo

Mi trovavo a lottare contro i miei fantasmi
Spostandomi in avanti per quanto lo permette la catena
Scopersi per caso lo stato che ascende alla Gioia
Masticavo semi di mela alla luce del mattino
Le increspature dell’aria sembravano pulsare
Mi giungevano frasi, odori di erbe bruciate
Scintille di fuochi suoni lontani

Masticavo semi di mela alla luce del mattino
Le increspature dell’aria sembravano pulsare
Era l’estate del ‘63 un pomeriggio assolato
Da un juke-box di un bar completamente vuoto
“She loves you ye ye ye”

Riti di purificazione dentro stati di Gioia
Senza Luce né Oscurità».

Franco Battiato – Il vuoto (2007)

7 febbraio 2021 – Guarire

«Questa sera mi sono commossa vedendo una malata che mangiava un pezzo di pane e beveva un po’ d’acqua: la sua cena per questa sera! E l’altro con la febbre che si stava sdraiando su una panchina di 30 cm di larghezza… e ogni sera un malato portato sulla barella e quasi in coma. Mi sento impotente di fronte alla maggior parte delle situazioni. Alcune migliorano… ma dovessi dire perché, sarei veramente in difficoltà! Se ora è così, non oso pensare come sarà quando non ci saremo più né io né Sabrina. Eppure non posso pensare di essere indispensabile per nessuno, nemmeno per questo pezzo d’Africa. […] Gesù dove sei? Cerco nuovamente il tuo volto, soprattutto nel volto di questi malati? So gioire delle loro guarigioni? Donami la gioia di servirti in questi poveri, malati, sofferenti!»

Suor Ilaria Meoli – Accetto tutto, 25 settembre 2002, p.185.

31 gennaio 2021 – Insegnare

“Imparare senza pensare è fatica sprecata, pensare senza imparare è pericoloso”

Confucio

“Spesso gli amici mi chiedono come faccio a fare scuola e come faccio ad averla piena. Insistono perché io scriva per loro un metodo che io precisi i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda. Non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per fare scuola, ma dovrebbero preoccuparsi solo di come bisogna essere per poter fare scuola.”

Don Lorenzo Milani (Esperienze pastorali – LEF, Firenze 1957, p. 239)

“Non ho bisogno di lasciare un testamento con le mie ultime volontà perché tutti sapete cosa vi ho raccontato sempre: fate scuola, fate scuola; ma non come me, fatela come vi richiederanno le circostanze”; e poco prima di morire: “Guai se vi diranno: il Priore avrebbe fatto in un altro modo. Non date retta, fateli star zitti, voi dovrete agire come vi suggerirà l’ambiente e l’epoca in cui vivrete. Essere fedeli a un morto è la peggiore infedeltà”.

Il “testamento pedagogico” lasciato da Don Lorenzo Milani secondo la testimonianza di Adele Corradi.

24 gennaio 2021 – Chiamare

«Non nego», diceva, «che ci debbano essere preti per ricordare agli uomini che un giorno dovranno morire. Dico solamente che in certe epoche strane, come in quella che viviamo, è necessario avere un altro genere di preti, chiamati poeti, per ricordare agli uomini che ancora non sono morti».

Gilbert Keith Chesterton, Uomovivo (1912)

Canta il sogno del mondo

Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.
Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda solo il bene.

E del bene degli altri
godi e fai godere…
E vai, leggero dietro il vento
e il sole
e canta…
canta il sogno del mondo:
che tutti i paesi
si contendano
d’averti generato.

David Maria Turoldo

17 gennaio 2021 – Sguardo

NULLA DUE VOLTE

Nulla due volte accade
Né accadrà. Per tal ragione
Nasciamo senza esperienza,
moriamo senza assuefazione.

Anche agli alunni più ottusi
Della scuola del pianeta
Di ripeter non è dato
Le stagioni del passato.

Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali.

Ieri, quando il tuo nome
Qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.

Oggi che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos’è?
Forse pietra, o forse fiore?

Perché tu, ora malvagia,
dài paura e incertezza?
Ci sei – perciò devi passare.
Passerai – e in ciò sta la bellezza.

Cercheremo un’armonia,
sorridenti, fra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d’acqua.

Wislawa Szymborska, da “Appello allo Yeti”, 1957

10 gennaio 2021 – Delicatezza

L’ amore è nutrito dall’immaginazione, che ci fa diventare più saggi di quanto sappiamo, migliori di come ci sentiamo, più nobili di come siamo… Solo ciò che è delicato, e concepito con delicatezza può dare nutrimento all’Amore. Invece all’Odio tutto dà nutrimento». 

Oscar Wilde, De profundis

6 gennaio 2021

La notte era senza luna; ma tutta la campagna risplendeva di una luce bianca e uguale come il plenilunio, poiché il Divino era nato; dalla campagna lontana i raggi si diffondevano….
Il Bambino Gesù rideva teneramente, tenendo le braccia aperte verso l’alto, come in atto di adorazione; e l’asino e il bue lo riscaldavano col loro fiato, che fumava nell’aria gelida.
La Madonna e San Giuseppe di tratto in tratto si scuotevano dalla contemplazione, e si chinavano per baciare il figliolo.
Vennero i pastori, dal piano e dal monte, portando i doni e vennero anche i Re Magi.
Erano tre: il Re Vecchio, il Re Giovane e il Re Moro.
Come giunse la lieta novella della natività di Gesù si adunarono.
E uno disse:
– È nato un altro Re. Vogliamo andare a visitarlo?
– Andiamo – risposero gli altri due.
– Ma con quali doni?
– Con oro, incenso e mirra.
Nel viaggio i Re Magi discutevano animatamente, perché non potevano ancora stabilire chi, per primo, dovesse offrire il dono.
Primo voleva essere chi portava l’oro. E diceva:
-L’oro è più prezioso dell’incenso e della mirra; dunque io debbo essere il primo donatore.
Gli altri due alla fine cedettero.
Quando entrarono nella capanna, il primo a farsi innanzi  fu dunque il Re con l’oro.
Si inginocchiò ai piedi del Bambino; e accanto a lui si inginocchiarono i due con l’incensi e la mirra.
Gesù mise la sua piccoletta mano sul capo del Re che gli offerse l’oro, quasi volesse abbassarne la superbia.
Rifiutò l’oro; soltanto prese l’incenso e la mirra, dicendo: – L’oro non è per me!

Gabriele D’Annunzio, I Re Magi

cartolina ottocentesca
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